Coenzima Q, statine e salute cardiovascolare
Le statine sono uno dei farmaci più diffusi, in particolare nei paesi occidentali e rappresentano uno dei trattamenti più efficaci per il controllo delle dislipidemie e quindi per la riduzione del rischio cardiovascolare e della mortalità ad esse legata.
A fronte di un significativo miglioramento del profilo lipidico ematico (riduzione del colesterolo LDL), tra gli effetti collaterali più comuni legati al consumo delle statine sono annoverabili le miopatie o più in generale i cosiddetti SAMS, Sintomi Muscolari Associati con le Statine che possono manifestarsi a livelli crescenti di gravità.
L’insorgenza di questi effetti collaterali è una causa frequente di interruzione del trattamento farmacologico ma ad oggi non sono state ancora del tutto chiarite le ragioni meccanicistiche per cui essi si manifestano.
Come noto le statine agiscono da inibitori della via biosintetica del colesterolo, antagonizzando l’enzima HMG-CoA reduttasi e impedendo quindi la conversione del HMG-CoA in acido mevalonico. Vi sono varie indicazioni che l’inibizione di questo pathway impatti negativamente anche sulla biosintesi endogena di altre importanti molecole prenilate che condividono la stessa via, tra cui il Coenzima Q10 (ubichinone).
Quest’ultimo è un cofattore ubiquitario nell’organismo con un ruolo fondamentale nel metabolismo energetico mitocondriale e come scavenger radicalico.
L’ubichinolo è la versione innovativa del Coenzima Q10 e notevolmente più biodisponibile; è prodotto esclusivamente da Kaneka ed è disponibile per il mercato degli integratori come materia prima in polvere o in capsule già formulate. Il dosaggio massimo ammesso in Italia è di 200 mg/die, come per il CoQ10 tradizionale, ma garantisce un assorbimento notevolmente superiore nell’organismo e un potenziale antiossidante subito pronto senza necessità di interconversione fisiologica.
Nuove meta-analisi sulla relazione tra Coenzima Q10, statine e mialgie
In merito all’interazione tra trattamento con statine, sintomi mialgici e Coenzima Q, le correlazioni tra
- somministrazione di CoQ10 ed entità dei sintomi muscolari da statine
- assunzione di statine e livelli di CoQ10 circolante
sono state variamente valutate in molti studi clinici, con risultati talvolta eterogenei o poco chiari.
Due meta-analisi di recente pubblicazione si sono poste l’obiettivo di riepilogare e rianalizzare i dati clinici più recenti disponibili su entrambi gli aspetti.
Nella prima meta-analisi, pubblicata sul Journal of American Heart Association (1), che puntava a verificare la correlazione tra somministrazione di Coenzima Q10 e lo smorzamento dei sintomi muscolari, 12 pubblicazioni sono state valutate adeguate a partire dagli 868 studi individuati, scremati attraverso una selezione secondo diversi criteri predefiniti (studi di qualità, in formato RCT doppio cieco, con soggetti sotto trattamento con statine+CoQ10 o statine+placebo); tra queste 12, 9 sono state utilizzate per estrapolare i dati sul dolore muscolare (numero totale di soggetti trattati = 433, di cui 222 nel gruppo CoQ10 e 211 con placebo). Confrontata con il placebo, la somministrazione di CoQ10 ha dimostrato (vedi figura qui sopra) di aver ridotto il dolore muscolare (P<0.001), la debolezza (P=0.006), i crampi (P<0.001) e la spossatezza (P<0.001). La solidità dell’analisi è stata verificata mediante calcoli di randomizzazione e l’eterogeneità del risultato del dolore muscolare è stata confermata nel non avere trovato correlazione significativa né con la dose (100-600 mg/die), né con la durata del trattamento (1-3 mesi), né con la data di pubblicazione.
Nella seconda meta-analisi pubblicata sull’European Journal of Medical Research (2), un simile approccio di ricerca di dati e di verifica statistica puntava a verificare la relazione tra assunzione di statine e il livello di CoQ10 circolante. A partire allo screening bibliografico sono risultati adeguati 9 studi clinici RCT doppio cieco, che arruolavano un totale di 1652 soggetti (822 trattati con statine e 830 con placebo).
L’analisi complessiva del campione di individui ha verificato che in effetti il trattamento con statine riduceva significativamente il pool di CoQ10 circolante (p=0.001); l’analisi per sottogruppi condotta negli studi che avevano previsto la distinzione tra tipi di statine ha mostrato che la riduzione del CoQ10 circolante risultava indipendente dal tipo di statina utilizzate (lipofila o idrofila). La variazione non appariva neppure dipendente dall’uso di statine a basso-media o alta intensità né mostrava di essere correlata con la durata del trattamento farmacologico (p=0.994).
Bibliografia
1) Qu et al., J Am Heart Assoc. 2018 Oct 2;7(19)
2) Qu et. al., Eur J Med Res. 2018 Nov 10;23(1):57