Nattokinasi NSK-SD®
Dal Natto, un ingrediente per la salute cardiovascolare
C.F.M. Co. Farmaceutica Milanese ha avviato una cooperazione per l’Italia con l’azienda giapponese Japan Bio Sciences Laboratory.
JBSL, con sedi a Tokyo e Osaka e stabilimenti nel Kyushu e a Kyoto, è un’azienda votata fin dagli anni ‘70 alla ricerca nel settore degli ingredienti funzionali.
Il prodotto di punta verso cui JSBL ha promosso, fin dalla metà degli anni ’90, intense attività di R&D è stata la nattokinasi. La nattokinasi è un enzima proteolitico estratto dal Natto, alimento tradizionale millenario giapponese a base di soia fermentata; il Natto è sempre stato considerato un super food dalle spiccate funzionalità salutistiche. Durante tutto il 900 la composizione e le peculiarità del Natto sono state approfondite fino ad intuirne il carattere proteolitico e caratterizzare l’attività e la sequenza amminoacidica dell’enzima che sarebbe stato poi ribattezzato “Nattokinasi”, il nucleo principale dei benefici salutistici in ambito cardio-vascolare del Natto.
A partire da 1995 JBSL ha poi sviluppato e messo a punto il metodo produttivo per la nattokinasi, oggi denominata NSK-SD®. NSK-SD® è la nattokinasi di riferimento a livello globale sia in termini di efficacia sia di sicurezza e, alla luce dei numerosi studi effettuati nell’uomo e del vaglio delle Autorità, è oggi l’unica autorizzata per il consumo negli integratori in Europa secondo la normativa Novel Food.
La Nattokinasi NSK-SD® è ottenuta per estrazione a partire da un fermentato di soia non OGM con un ceppo proprietario di Bacillus subtilis Natto e si presenta come una polvere bianca inodore, con un’attività (espressa in unità enzimatiche) di 20.000 FU/g. L’enzima è stabile al calore e al pH acido ed è formulabile in capsule o compresse poiché resistente alla compressione.
I numerosi studi effettuati hanno permesso di accertare per questo enzima diversi benefici salutistici legati alla sua attività proteasica e che competono all’area cardiovascolare; i principali sono:
- una capacità di controllare fenomeni di ipertensione
- un’attività fibrinolitica che contribuisce a fluidificare il circolo sanguigno.
Il dosaggio massimo giornaliero negli integratori alimentari, come prescritto dall’autorizzazione Novel Food, è di 100 mg/die, corrispondenti a circa 2000 unità (FU); l’ingrediente è inoltre totalmente privato della Vitamina K2, fattore pro-coagulante. L’etichettatura del prodotto finito che contiene Nattokinasi deve inoltre contenere la dicitura “Estratto di soia fermentata” e la prescrizione di assumere l’integratore sotto controllo medico se il soggetto è già sottoposto a terapia farmacologica.
Nattokinasi: benefici salutistici provati scientificamente
La nattokinasi è un enzima proteolitico di 275 aa, della famiglia delle subtilisine (serina-proteasi). Studiata già nei primi decenni del ’900 come costituente del Natto, dava prova di poter degradare la fibrina e le gelatine. Una volta caratterizzata e isolata, negli anni ‘80 il Prof. Sumi, in Giappone, ne ha confermato l’azione fibrinolitica nei confronti dei trombi. Studi in vitro, in vivo e in volontari umani hanno permesso di verificare un’attività fibrinolitica comparabile con quella della plasmina (l’enzima fisiologico che degrada la fibrina); l’attività fibrinolitica diretta, è affiancata da un’attività indiretta, ovvero che passa attraverso la degradazione di PAI-1 (inibitore dell’attivatore del plasminogeno, t-PA).
È stato anche osservato che la Nattokinasi ha un’attività inibitoria trascurabile nei confronti della cascata di attivazione della coagulazione, in risposta a lesioni dei tessuti.
L’ipertensione è una delle patologie più comuni e diffuse nel mondo occidentale; il rischio di sviluppare la malattia cardiovascolare aumenta progressivamente all’incrementare della pressione sanguigna già sopra i valori di 115/75; una pressione che supera 140/90 richiede un intervento attivo. Riduzioni nell’ordine di soli 2 mmHg possono abbassare di un 10-15% il rischio di ictus e infarto. L’ipertensione è infine uno dei marker che delineano l’occorrenza della sindrome metabolica.
L’attività ipotensiva della nattokinasi è stata osservata sia in studi in animali modello sia nell’uomo; si ipotizza che il meccanismo d’azione coinvolga il sistema renina-angiotensina ma che la nattokinasi non agisca su ACE (Angiotensin-Converting Enzyme, come i comuni farmaci ipotensivi), bensì sulla renina.
In uno studio RCT del 2008 (Kim et al.) condotto su un totale di 86 volontari con pressione sistolica elevata (tra 130 e 159 mmHg) il gruppo supplementato con 2000 FU giornaliere di nattokinasi per 8 settimane ha osservato una riduzione significativa della pressione sanguigna (vedi figura) rispetto a quanto è stato misurato nel gruppo del placebo: la riduzione netta tra i due gruppi dopo 8 settimane è consistita in –5.6 mmHg per la sistolica e –2.8 mmHg per la diastolica a favore del gruppo sotto trattamento (risp. p=0.029 e p=0.027).
Questi risultati hanno confermato quelli ottenuti in studi precedenti (1998 e 2003), condotti con dosaggi maggiori, e sono stati poi verificati anche in un altro studio più recente, sempre randomizzato, controllato con placebo e in doppio cieco condotto su 74 volontari (Jensen at al., 2016); in questo trial la riduzione più pronunciata nei soggetti trattati (2000 FU/die) rispetto al placebo si è osservata nella pressione diastolica (84 vs 87 mmHg, p<0.04). La riduzione nella pressione sistolica del gruppo trattato con nattokinasi (-4 mmHg) ha raggiunto un trend statistico (p<0.1). Effetti particolarmente significativi si sono osservati nella sotto-popolazione maschile dello studio.